Il biometano alla luce del Pnrr e degli shock bellici. A Palazzo Cigola Martinoni, in quel di Cigole (Brescia), AB Energy, Cib, Lazzari e Lucchini e Green Arrow Capital hanno discusso delle prospettive delle prospettive dell’applicazione del biometano, a sei anni dal Decreto Ministeriale 2 Marzo 2018. A discutere del Decreto Ministeriale «Nuovo Biometano 2022» sono stati invitati anche Ettore Prandini, Presidente di Coldiretti, Stefano Saglia, componente del collegio di Arera, e, in video collegamento, Giovanni Perrella, segreteria tecnica del Dipartimento Energia del Mase.

Per l’autotrazione e non solo. Il biometano ci dà una mano

Secondo Perrella, il biometano rappresenta una priorità per il Governo, e costituirà il 6% di quel significativo 30,7% di energia rinnovabile che l’Unione Europea richiede agli stati membri entro il 2030. L’obiettivo finale è traguardare il trasporto a gas al 100% di metano da biomasse. Un traguardo che porterebbe l’Italia sul secondo gradino del podio dei virtuosi europei, preceduti solo dalla Danimarca. Del resto all’Italia sono richiesti da Bruxelles 5,8 miliardi m3. Saturato questo frazione del fabbisogno di biocarburanti, essenzialmente per il trasporto pesante, il Pnrr potrebbe “liberare” altri 2,3 miliardi di m3 di biometano per il Pnrr principalmente per il settore industriale. 

Stefano Seglia, di Arera, ha riferito di 65 miliardi m3 cubi di gas consumati in Italia nel 2023. Un consumo quindi in diminuzione, perché si è fatto un minor ricorso alle centrali a turbogas e per la mitigazione del profilo arcigno del generale inverno. Insomma, fa più caldo, si sa, e questo aiuta. Se poi si aggiunge che anche il settore industriale è stato più refrattario all’utilizzo del gas, possiamo contabilizzare i 10 miliardi m3 di fabbisogno approssimativamente persi per strada. Se l’Italia rispetterà le quote assegnate, il biometano integrerà all’8/9% del fabbisogno, con i citati 5,8 miliardi di metri cubi. Oltretutto, gli investimenti effettuati nei rigassificatori di Piombino e di Ravenna consentono un sistema più equilibrato. Tra i fattori competitivi per la crescita del biometano, anche e soprattutto nello stradale, la rete di trasporto del gas, probabilmente la più diffusa ed efficiente del mondo, e il sistema capillare di distruzione. Fattori sui quali investire in prospettiva, anche ragionando di altre fonti, vedi l’idrogeno. Infine, in ragione di un mercato dell’autotrazione unico nel contesto europeo, con all’incirca 800mila veicoli e un migliaio di distributori. 

Da Anna Lazzari, fondatrice della Lazzari&Lucchini, proviene la richiesta al legislatore di rivedere la parte incentivante, in modo da aggiornarla sull’aumento dei costi. Piero Gattoni, presidente del Cib, ha enfatizzato il ruolo del biometano nell’autotrasporto, sottolinenando che «solo gli euro-burocrati pensano che lo stradale si farà con il solo elettrico». Infine, Angelo Baronchelli, fondatore ed eponimo di AB Energy, ha ricordato le potenzialità degli impianti sviluppati insieme a L&L: 300 sm3/ora di biocombustibile destinato ai trasporti pesanti.

biometano

Impianti a cura di L&L e AB Energy

Sì, perché la tavola rotonda è stata l’epilogo e il clou di una giornata cominciata visita all’impianto di Gottolengo (Brescia), entrato in esercizio a fine 2023. Green Arrow CapitalLazzari&Lucchini hanno annunciato il completamento del loro primo portafoglio di 7 impianti di produzione di biometano. La realizzazione degli asset si inquadra nell’ambito della partnership, avviata nel 2020, che adesso punta a raddoppiare il numero di impianti con un secondo portafoglio di minimo 6 asset, che entreranno in funzione entro il 2025, in linea con gli obiettivi del DM “Nuovo Biometano 2022”. 

I sette impianti, tutti situati nel bresciano, sono incentivati ai sensi del Decreto Ministeriale “Biometano 2018”. Tradotto questo sforzo in cifre, 17.850.000 standard metri cubi di biometano prodotte ogni anno che alimentano circa 1.855 veicoli, tra mezzi pesanti e autovetture, che corrispondono a 14.000 tonnellate di petrolio all’anno risparmiate, una riduzione stimata di oltre  30.000 tonnellate all’anno di CO2 e un abbattimento dei livelli di azoto superiore al 50%. 

Daniele Camponeschi, Fondatore e CIO di Green Arrow Capital, ha dichiarato: «Questo progetto, al fianco di Lazzari&Lucchini, conferma l’impegno di Green Arrow Capital come investitore virtuoso nell’implementare iniziative chiave a supporto del processo di decarbonizzazione e indipendenza energetica del nostro Paese, e favorendo contestualmente l’Economia Circolare. La combinazione dei nostri sforzi ha infatti reso possibile la realizzazione di numerosi progetti nel campo delle energie rinnovabili, portando avanti il nostro impegno per contribuire concretamente al futuro sostenibile dell’Europa e del pianeta. L’entusiasmo per questo ulteriore e importante risultato ci spinge a continuare a puntare su soluzioni energetiche all’avanguardia e alla realizzazione di un nuovo portafoglio di impianti». 

Anna Lazzari, Presidente della Lazzari&Lucchini, ha così commentato «È con grande orgoglio che annunciamo il raggiungimento di un traguardo importante per il Gruppo L&L. Con la sua capacità innovativa e realizzativa, la nostra azienda si afferma, grazie a 7 impianti operativi realizzati in partnership con Green Arrow Capital, come leader nel settore in Italia. Questo risultato è frutto della sinergia e della cooperazione con tutti gli attori coinvolti: dai nostri dipendenti e collaboratori, ai partner commerciali e alle istituzioni, passando per gli agricoltori e le comunità locali. Siamo fermamente convinti che la filiera italiana del biometano abbia espresso solo una piccola parte del suo potenziale. Anche noi come L&L continueremo a crescere in questo settore.  I nostri prossimi sforzi e investimenti sono destinati allo sviluppo di sei nuovi siti produttivi, anch’essi focalizzati sul biometano mediante l’utilizzo di biomasse agro-zootecniche».

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