L’accordo con Proterra per le batterie dei propri ebus da 12 e 18 metri, la sfida delle motorizzazioni a celle a combustibile ed elettriche, tanto che nei prossimi dodici mesi arriveranno due modelli elettrici a batteria. E, ancora, not least, le opportunità messe in campo dal gas e la voglia di espandere il business nel settore pubblico italiano, sia cittadino che interurbano. Tugrul Arikan, managing director di Anadolu Isuzu, ci ha raccontato quali sono i piani della casa madre.

Siamo verso la fine del 2022. Quanti veicoli avete venduto finora e quali sono le vostre previsioni per la fine dell’anno? Il 2022 doveva essere l’anno della “ripresa” dopo il brusco stop causa Covid: cosa avete osservato nei mercati in cui Isuzu è presente?

«Abbiamo già avuto una ripresa nel 2021, che era già vicina ai volumi del 2019 e nel 2022 ci aspettiamo un ritorno alle cifre del 2019. Considerando che sul fronte delle gare le opportunità oggi sono ancora limitate, nel 2022 ci siamo concentrati sul retail. In Italia abbiamo una lunga storia con il nostro concessionario Officine Mirandola, con oltre 1.000 veicoli in circolazione, dei quali quasi 700 sono autobus. All’inizio ci siamo concentrati sugli scuolabus, ma passo dopo passo, a partire dal 2017, abbiamo modificato il nostro portafoglio orientandoci verso le applicazioni cittadine e passando dalle versioni diesel a quelle a metano. Ora siamo nella fase di costruzione di un portafoglio di veicoli elettrici».

A che punto siete in questo senso? Avete lanciato un e-bus da 8 metri, quando arriveranno altre lunghezze?

«L’anno prossimo lanceremo un modello elettrico a batteria da 12 metri e, entro la fine dell’anno, anche uno da 18 metri. Saranno in produzione di serie entro la fine del 2024: a quel punto avremo completato la nostra linea completa di autobus elettrici. Anche i Grand Toro e i minibus saranno offerti in versione elettrica. E, al momento, stiamo per dare il via al progetto di elettrificazione dell’autobus di Classe II Kendo».

Qual è la vostra strategia in Italia?

«Il nostro focus principale in Italia è l’espansione del nostro business nel settore pubblico, sia cittadino che interurbano. In quest’ultimo segmento, il Kendo 12,3 metri diesel e il Kendo 13 metri Cng (vincitore dei Sustainable Bus Awards nel 2022, ndr) stanno andando molto bene, soprattutto in Francia, dove abbiamo già venduto ben 150 unità alimentate a biogas

Un bilancio dell’anno 2022 in Italia e le previsioni per il 2023?

«Il 2022 è stato un anno di ripresa per il mercato italiano. Abbiamo avuto oltre 150-200 veicoli consegnati in totale (circa 150 camion e 50 autobus). L’anno prossimo contiamo di andare ben oltre questa cifra».

Avete qualche progetto sugli autobus a GNL?

«Abbiamo iniziato un progetto pilota in Spagna, con la conversione di un autobus urbano di 9,5 metri a motore Gnl. Ora il veicolo è in uso quotidiano»

Come affrontate l’elettrificazione per quanto riguarda l’organizzazione degli impianti? Producete e-bus su linee dedicate?

«Abbiamo a che fare con tecnologie dirompenti. E non intendo solo la mobilità elettrica: anche la transizione digitale è un trend fondamentale. La nostra area R&S sta lavorando duramente per rendere i nostri veicoli sempre più intelligenti. Per rispondere alla domanda, nel 2019 abbiamo iniziato a investire in linea con gli standard dell’Industria 4.0; oggi gli autobus elettrici sono costruiti su una linea comune che alla fine si è divisa in due linee, una per i veicoli ICE e l’altra per gli autobus elettrici. A partire da settembre abbiamo anche installato pannelli solari sul nostro stabilimento: ora abbiamo una media del 70% del nostro fabbisogno elettrico coperto dall’energia proveniente dal sole».

Quale capacità produttiva avete a disposizione in questo momento?

«Possiamo produrre fino a 7-8.000 unità quando lavoriamo a pieno regime. Al momento siamo vicini alle 2.000 unità. Per quanto riguarda gli e-bus, la differenza in termini di ore di lavoro è di circa il 20%: gli e-bus richiedono un 20% di ore di lavoro in più rispetto ai veicoli Ice. Ciò è dovuto principalmente alla necessità di effettuare ulteriori controlli di qualità. Abbiamo anche investito nella trasformazione digitale: il nostro stabilimento è digitale, tutto è disponibile online».

Alla fine del 2021 è stato annunciato un accordo con Proterra come fornitore di batterie per gli autobus Isuzu da 12 e 18 metri. Questo segna l’ingresso di Proterra come fornitore per il mercato europeo, vero?

«È corretto. Negli ultimi anni abbiamo imparato molto sul tema della catena di fornitura e abbiamo imparato che è necessario avere più forniture locali, ma che d’altra parte dobbiamo anche diversificare. Per il Novociti Volt da 8 metri usiamo batterie Cat. Per i 12 e i 18 metri abbiamo avviato una collaborazione con Proterra. Per quanto riguarda i minibus, i Kendo e i camion, siamo ancora in fase di decisione. Da un lato non vogliamo dipendere da un’unica azienda, dall’altro non vogliamo avere troppi fornitori».

La maggior parte dei produttori sta esaminando intensamente la tecnologia delle celle a combustibile. Quali sono i piani di Isuzu a questo proposito?

«Vediamo l’idrogeno come una valida alternativa soprattutto per le applicazioni a lungo raggio e per i mezzi pesanti, sia autobus che camion. Per questi segmenti l’idrogeno può essere una buona soluzione. Stiamo seguendo gli sviluppi di questa tecnologia e abbiamo avviato un progetto per sviluppare il nostro autobus a idrogeno, un veicolo interurbano a pianale alto che sarà adatto sia ai servizi interurbani che a quelli a lunga percorrenza. Al momento siamo in fase di progettazione. Avremo il nostro primo progetto pilota nel 2024

L’Isuzu Kendo Cng sembra un’alternativa promettente per le applicazioni interurbane. Abbiamo assistito a un roadshow della versione da 13 metri: sono disponibili altre configurazioni?

«Nella nostra azienda abbiamo 250 persone che lavorano nella ricerca e sviluppo. Costruire una versione di 12 metri del Kendo Cng richiederebbe molto lavoro. Sarebbe più facile progettare un nuovo autobus».

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