Entrato in vigore il 18 febbraio 2024, il Regolamento UE 2023/1542 si applica a tutte le nuove batterie immesse sul mercato o messe in servizio all’interno dell’Unione Europea dall’entrata in vigore del Regolamento stesso, indipendentemente dalla loro origine o dal luogo di produzione. Al momento convive con la legislazione esistente; Dal 18 agosto 2025 la Direttiva 2006/66/CE sarà definitivamente abrogata e il regolamento diventerà l’unico riferimento sulle batterie. La nostra fonte? No, vi confessiamo che non è Gazzetta ufficiale dell’Unione europea, bensì il blog della reggiana Flash Battery. A tal proposito, per rinfrescarvi la memoria, abbiamo recentemente intervistato l’ad Marco Righi.

Quali batterie e quale regolamento?

Gli operatori interessati al rispetto del regolamento sulle batterie si collocano sull’intra catena di valore. Si parte dalle batterie portatili, che sulla bilancia non arrivano a 5 chili. Con la sigla SLI  si intende “Starting, Lighting and Ignition”, quindi per l’avviamento, l’illuminazione e l’accensione dei veicoli. Con la sigla LMT si riferisce invece ai veicoli leggeri per la mobilità urbana, come e-bike, monopattini elettrici e hoverboard. EV risuona decisamente familiare ai lettori di POWERTRAIN, e non servono ulteriori spiegazioni. Infine, le batterie industriali, applicabili ai plessi produttivi.

Requisiti di sostenibilità ambientale

Questo è un capitolo lungo e insidioso, in termini di declinazione dei casi di questo paradigma. In pillole, possiamo dirvi che il regolamento impone ai produttori l’obbligo di calcolare e dichiarare l’impronta di carbonio generata durante l’intero processo di produzione delle batterie

A partire dal 18 agosto 2028, per alcune tipologie di batterie sarà obbligatorio includere una percentuale minima di materiali riciclati all’interno del prodotto finito. Questa misura si applica alle batterie industriali ricaricabili con capacità superiore a 2 kWh; a quelle per veicoli elettrici (EV) e alle cosiddette SLI. I materiali soggetti alla disciplina di riciclo sono cobalto, piombo, litio e nichel.

A partire dal 18 agosto 2027, le batterie industriali ricaricabili dovranno rispettare specifici requisiti di prestazione e durata, che ne garantiscano un’efficienza costante nel tempo. Un anno più tardi, dal 18 agosto 2028, anche le batterie portatili (escluse le batterie a bottone) dovranno conformarsi a questi standard minimi di durabilità.

Stop (o quasi) a quelle sostanze dannose

Quali? Calma, prima sappiate che i requisiti di sicurezza sono obbligatori per i sistemi di accumulo di energia stazionaria (Bess). Arrivando al nocciolo della questione, le quantità di materiali pesanti ammissibili sono le seguenti: Mercurio: non oltre lo 0,0005% in peso; Cadmio: non oltre lo 0,002% in peso; Piombo: nelle batterie portatili, il limite dello 0,01% in peso a partire dal 18 agosto 2024. Entro il 2027, la Commissione presenterà un rapporto al Parlamento Europeo e al Consiglio per valutare l’eventuale estensione di queste restrizioni ad altre sostanze ritenute nocive per la salute o che ostacolano il riciclo sicuro e la produzione di materie prime secondarie di alta qualità.

regolamento batterie

E il passaporto digitale?

“Altolà, chi va là, un fiorino”, per chi si ricorda di Benigni e Troisi? No, semplicemente, a partire dal 18 febbraio 2027, tutte le batterie industriali ricaricabili con capacità superiore a 2 kWh, le batterie per veicoli elettrici (EV) e quelle per mezzi di trasporto leggeri (LMT) dovranno essere accompagnate da questo passaporto digitale, accessibile tramite un QR code. Oltre alla marcatura CE, il QR code sarà il ponte diretto per accedere a una serie di informazioni dettagliate, tra cui:

  • Composizione chimica e origine delle materie prime
  • Impronta di carbonio dichiarata
  • Durata prevista e prestazioni
  • Contenuto di materiale riciclato
  • Istruzioni per la manipolazione e il riciclo
  • Dati di tracciabilità e codice identificativo unico.

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