Il commissario Tzitzikostas apre ai biocarburanti in Europa
"Credo che si debbano prendere in considerazione tutte le tecnologie", le dichiarazioni di Tzitzikostas a Roma, che aprono uno spiraglio a un cambiamento di orizzonti che può ancora avvenire in una delle finestre scelte per la revisione della roadmap. Intanto, in tema di Green Deal, ancora una volta si fa sentire la voce di Massimo Artusi, presidente di Federauto, che sottolinea l'eccessiva confusione sul tema nel dibattuto attuale.

Il commissario europeo ai Trasporti, il greco Apostolos Tzitzikostas qualche giorno fa ha detto la sua in commissione al Parlamento italiano. Tanti gli argomenti trattati: dai trasporti all’energia, fino alle politiche europee che intendono regolare la transizione ecologica. Tema caldissimo, quest’ultimo, viste le frizioni ben note tra il governo europeo e quello italiano sulle politiche comunitarie nel mondo automotive.
Le dichiarazioni di Tzitzikostas sul tema biocarburanti
Il problema più significativo, se così possiamo dire, riguarda il riconoscimento dei biocarburanti come uno dei vettori energetici che potranno far parte della mobilità europea in futuro. Ricordiamo che per quel che riguarda i veicoli leggeri (auto e van), sembra che la strada sia quella verso lo stop alle immatricolazioni di veicoli con motore endotermico entro il 2035. Per i veicoli pesanti, invece, gli obiettivi attuali (riduzione del 90% delle emissioni di anidride carbonica rispetto ai livelli del 2019) non sembrano raggiungibili contando solo sugli elettrici.
“Credo che si debbano prendere in considerazione tutte le tecnologie”, ha detto Tzitzikostas a Roma, aprendo a cambiamenti che possono ancora avvenire in una delle finestre scelte per la revisione della roadmap. Al momento si parla di veicoli leggeri, ma sembra plausibile che in sede europea si possano rivedere anche gli obiettivi fissati per il trasporto pesante.

Il commento di Massimo Artusi, presidente Federauto
In tema di Green Deal è intervenuta anche la voce di Massimo Artusi, presidente di Federauto, che ha sottolineato l’eccessiva confusione sul tema nel dibattuto attuale. “La quotidiana pubblicazione di ricerche, studi e indagini che sono di parte, ma si vestono dei panni della scienza per simulare obiettività, rivelando in realtà solo mezze verità e nascondendone altre, dopo aver contagiato la politica e l’industria, sta ingenerando nella pubblica opinione e nei consumatori una confusione che disorienta e danneggia il mercato dell’auto”.
Artusi, poi, ha aggiunto: “Il mercato ci dice, ogni giorno di più, che nonostante le scelte dirigistiche della Commissione europea e il continuo ricorso ad incentivi, la vendita di auto BEV non decolla. Di conseguenza, il parco circolante invecchia sempre di più con effetti nefasti proprio per quella sostenibilità che si dice di voler difendere. Non si vuol tenere conto che il processo di trasformazione dei carburanti per i motori termici in vettori rinnovabili e carbon neutral, sta proseguendo nella sua maturazione e lo sarebbe ancor di più se non fosse ostacolato dalla normativa”.