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Parigi, Madrid, Città del Messico e Atene vogliono bandire i veicoli diesel entro il 2025. Nel contempo, cinque paesi africani chiedono un gasolio più sostenibile: Ghana, Costa d’Avorio, Togo, Nigeria e Benin hanno annunciato infatti di voler “rispedire al mittente” le spedizioni di carburante ad alto contenuto di zolfo in arrivo dall’Europa, chiedendo invece di poter ricevere il medesimo gasolio pulito a disposizione nel resto del mondo. Due fatti su cui ha preso posizione, nell’ultimo scorcio di 2016, il Diesel Technology Forum, nella persona del direttore esecutivo Allen Schaeffer: «La promessa dei quattro sindaci di bandire il diesel non è una buona politica pubblica. Va contro la scelta popolare del consumatore, può rendere la qualità dell’aria peggiore, e gli obiettivi di cambiamento climatico saranno probabilmente ancor più lontani da raggiungere.Per contro, le nazioni africane che riconoscono l’opportunità di importare tecnologia più pulita e la necessità di carburante diesel a bassissimo tenore di zolfo, andranno avanti».

Diesel nemico della sostenibilità? Nient’affatto!

«Negli Stati Uniti – ha proseguito Schaeffer -, il carburante diesel pulito e i nuovi motori diesel raggiungono oggi emissioni vicine allo zero e costituiscono una parte importante della strategia per conseguire un’aria più pulita e ridurre le emissioni dei gas serra. La nuova tecnologia diesel soddisfa anche l’alta domanda di carburante dei consumatori senza sacrificare la performance del veicolo o la mobilità». La chiave di tutto è incentivare il rinnovo del parco circolante: «Invece di concentrarsi su un carburante e una tecnologia, i governanti delle città dovrebbe perseguire un approccio olistico che acceleri il ritiro di veicoli vecchi e ad alta emissione indipendentemente dal tipo di carburante».

Il diesel moderno rispetta i limiti degli accordi di Parigi

Secondo il Diesel Techology Forum, «I produttori hanno già dichiarato che il basso livello di CO2 delle più nuove auto diesel sarà una strategia chiave nel soddisfare l’accordo di Parigi. Le tecnologie come quelle dei veicoli elettrici o a idrogeno possono fornire nuove opzioni ai consumatori in futuro, ma non possono rendersi disponibili nei tempi e dimensioni che queste città necessitano per raggiungere continue riduzioni di CO2».

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