La cogenerazione rappresenta tuttora uno degli allegati più credibili della affannosa ricerca di alternative ai combustibili fossili. Nonostante l’opacizzazione di questa tecnologia in seguito alla soppressione dei certificati verdi, le possibilità di riciclo virtuoso delle biomasse confermano la validità della co- e tri- generazione. Non solo quindi riconversione degli impianti esistenti per la produzione di biometano, ma rilancio della fermentazione anaerobica per ottenere caldo ed energia.

Italcogen (associazione dei produttori di impianti di cogenerazione) ha organizzato un evento presso l’auditorium del GSE per rimarcare l’importanza di questo processo in relazione alla produzione di energia elettrica nel settore civile e industriale. A partecipare, rappresentanti dello stesso GSE, del MASE, di Cogen Europe e della Commissione Europea, oltre ad Assocarta, Confindustria Ceramica e Federchimica.

Cogenerazione, le parole del presidente di Italcogen Marco Pezzaglia

Se è vero che negli ultimi anni le istituzioni hanno spinto per considerare la cogenerazione una soluzione per l’efficientamento energetico delle imprese, è vero anche che la costruzione e la messa in opera di nuovi impianti non è stata adeguatamente incentivata. Questo, nonostante già oggi una fetta importante della capacità elettrica italiana è rappresentata dalla cogenerazione: il 36%, circa 26.000 MW di potenza efficiente netta.

Marco Pezzaglia, presidente di Italcogen, ha parlato così a margine dell’evento: “È fondamentale riconoscere il ruolo centrale della cogenerazione nel passaggio ad un modello energetico sostenibile“. Poi, ha aggiunto: “In un contesto in cui non si può prescindere dall’efficienza energetica, la cogenerazione si configura come un’alternativa importante per garantire una fornitura energetica sostenibile e competitiva. Essa contribuisce a un’economia più verde ma rappresenta anche un’opportunità per le imprese italiane di ridurre i costi e aumentare la competitività sul mercato globale“.

In primo piano

Articoli correlati