Scania e Foschi: il Grifone si dà alla pesca sortiva

Scania e Foschi
Lo scafo in fase di lavorazione all’interno del cantiere

 

Scania e Foschi, due nomi che conciliano le istanze della modernità con la memoria della tradizione. Se ritenete che nel 2020 l’immagine di uno scafo in legno sia evocativa solamente della serie Netflix ‘Black Sails’ o dei romanzi di Salgari, sappiate che vi sbagliate. Sulla riviera romagnola, a Cesenatico, da quasi mezzo secolo il Cantiere Foschi utilizza il compensato marino per confezionare barche, principalmente per il trasporto passeggeri (basti citare la ‘Magic Panarea’ e la ‘Positano Jet’, il cui impiego si evince dal nome). Rubando l’incipit della presentazione del Cantiere sul loro sito: «Il fasciame è composto da compensati marini anch’essi lamellari e superlamellari che vengono messi in opera attraverso un sistema di incollaggio e fissaggio alle strutture portanti che rendono gli scafi assolutamente impermeabili ed immuni da future calafatature».

SUA MAESTÁ V8

Non ci siamo però fermati a spulciare dagli archivi e, come nostra prassi, siamo andati alla fonte, che in questo caso si chiama Andrea e Ulisse Foschi. L’oggetto del nostro interesse è una barca eccentrica, almeno per quanto riguarda la destinazione d’uso. Pesca sportiva. Troviamo un altro spunto d’interesse sotto coperta: nel vano motori c’è un monocromo arancione. È la coppia di Scania D16070M, 750 cavalli, pari a 552 chilowatt, a 1.800 giri. Omologato Imo Tier 2 Eu Stage III, è alimentato da iniettori pompa, con controllo elettronico, sotto la regia dell’Ems (Engine management system), un turbo per bancata, le 4 valvole di origine automotive, nella migliore tradizione del Grifone. Interessante la coppia nominale, 2.930 Nm; qualora servissero chilowatt a coppia massima, quelli disponibili sono 521, pari al 94,3 per cento della potenza massima. La scelta dell’armatore è stata orientata dalla potenza, avendo richiesto oltre 700 cavalli, pur in assenza di un utilizzo continuativo, per raggiungere la velocità desiderata, e dal consumo specifico (i valori dichiarati da Scania sono leggermente inferiori a 200 gr/kWh).

Dicono Andrea e Ulisse Foschi…

Passiamo la parola ad Andrea e Ulisse Foschi, per un rapido scambio di battute.

Scania e Foschi
Sotto coperta sono in due

 

Da dove nasce la richiesta di questa barca?

Innanzitutto è opportuno sottolineare che questo tipo di costruzione in legno è diventata una rarità, praticamente la realizziamo solo noi. La classica tipologia di impiego delle nostre imbarcazioni è il trasporto passeggeri: sostanzialmente si tratta di barche che organizzano mini-crociere nelle località marittime più belle d’Italia (altrimenti elenco delle zone: Sardegna, Sicilia, Liguria, Isola d’Elba, costiera amalfitana, Golfo di Taranto e di Trieste, lidi ferraresi). Per tornare alla domanda, nel caso specifico di questa imbarcazione tutto è nato dalla richiesta da parte dell’armatore di una barca che assicurasse ottime prestazioni, con una maggiore portata rispetto a quella già in servizio e dotata di comfort, di una cucina attrezzata per offrire pasti a bordo e di un bagno privato per il comandante. L’armatore ha voluto adottare per questo progetto un modello di scafo già utilizzato per un’imbarcazione costruita nel 2006 che ha dimostrato affidabilità e un buon compromesso tra velocità e consumi. La nuova nata (costruzione n°87) ha una lunghezza di 25,50 mt, una larghezza di 6,40 mt e un peso di 40 tonnellate a vuoto. 

25,5 metri per la pesca sportiva

Qui, però, non si tratta di crociere.

In effetti questo armatore, Angelo Carli,pratica pesca sportiva ormai da più di 40 anni e grazie a questa barca organizzeràescursioni per un numero massimo di settantapescatori (ognuno dei quali sarà equipaggiatocon la propria canna), soprattutto per la pesca di palamite e sgombri. Inoltre la barca è attrezzata con faretti per la pesca notturna e con una ghiacciaia per la conservazione del pesce pescato. Il punto di partenza è Porto Garibaldi, una delle località più attrezzate tra i Lidi Ferraresi e naviganell’Adriatico fino a 20 miglia dalla costa.

Cosa ci racconta della lavorazione?

La struttura è in legno massello, esternamente applichiamo pannelli di compensato marino lamellare e super-lamellare, che conferiscono allo scafo impermeabilità  e leggerezza, senza inficiarne la robustezza,anzi amplificandola.

GRIFONI A NUOTO SUL RIO DE LA PLATA

Sinora abbiamo costruito imbarcazioni  fino a una lunghezza di 38 metri e attualmente lavoriamo su un 33 metri. La variabile è la capienza richiesta dall’armatore. La barca appena terminataè un 25,50 metri, dai corridoi laterali molto ampi, perché i pescatori stiano in piedi e possano utilizzare alla bisogna delle poltroncine. Il nostro standard costruttivo prevede salone a murata o corridoi laterali più stretti, da utilizzare come camminamento. Il nostro lavoro cominciadal tronco, in base ai disegni, il piano di costruzione è in scala 1 a 1. La prima fase riguarda la stesura a terra del piano di costruzione che riproduce i pezzi da assemblare rispettando fedelmente il lay-out dello scafo. Si parte, chiaramente, dalla chiglia, si procede con l’asta di prua e con tutte le ordinate, la vera e propria ossatura della barca. Si prosegue quindi con le anguille, i correnti, i rinforzi e i vari fasciami.

Foschi e Scania
E, infine, venne il giorno del varo. L’acqua è molto vicina…

Qualche accorgimento per il vano motore?

Le uniche regole che siamo tenuti a rispettare per la sala macchine riguardano la verniciatura con vernici ignifughe e la coibentazione con pannelli fonoassorbenti. Il vano prevede ingressi rispettivamente per l’entrata e l’uscita dell’aria, allo scopo di refrigerare il motore in maniera naturale. Trattandosi del gavone più grande, e in considerazione della destinazione d’uso, dispone di un impianto di bombole CO2 per spegnare gli eventuali incendi, che lo impermeabilizza. I contro-basamenti in cui alloggiano i motori sono in acciaio inox.

C’È LO ZAMPINO DI BONI

 

In ultima istanza, si sente di garantirci che il legno avrà un futuro nella nautica?

Certamente. La barca in legno consente di modellare lo scafo in conformità alle esigenze dell’armatore. È un materiale sicuramente più duttile della vetroresina. Oltretutto assorbe le vibrazioni, conferisce calore e isolamento termico, è sicuramente più elastico e flessibile nella lavorazione e in navigazione. Consideri che queste imbarcazionisi rivolgono a una nicchia di appassionati, che non tradirebbero mai questo tipo di materiale.

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