ZF e il range extender, un binomio che non smette di far parlare di sé. Si tratta di un generatore endotermico accoppiato a un motore elettrico, destinato a erogare energia per la batteria. ZF ha presentato la nuova generazione, che entrerà in produzione in serie nel 2026.

Il “balzo in avanti” del range extender di ZF è destinato alle auto. Per il momento

Secondo Otmar Scharrer, Senior Vice President R&D, ZF Electrified Powertrain Technology, «sebbene l’autonomia delle autovetture elettriche sia in media di 500 chilometri, l’ansia da autonomia influenza ancora una vasta gamma di potenziali acquirenti nella scelta del veicolo. I range extender rappresentano una vera e propria alternativa alle batterie più grandi, e quindi più costose, o agli ibridi plug-in».

E se fosse la rivincita dell’ibrido?

Con questi estensori dell’autonomia veicolare, un motore a combustione interna è accoppiato a un motore elettrico che genera energia per la batteria del veicolo non appena lo stato di carica scende al di sotto di una certa soglia. Come suggerisce il nome, aumenta l’autonomia che può essere percorsa elettricamente. Un ulteriore vantaggio rispetto ai Phev (ibridi plug-in) e ai motori convenzionali è dato dal fatto che il range extender opera sempre nell’intervallo ideale per moderare il consumo di carburante e la produzione di CO2. I range extender di ZF sono stati scelti, tra gli altri veicoli, dai taxi di Londra. La prossima generazione, prende il nome di eRE, con il range extender elettrico, ed eRE+, che si distinguono per la presenza del differenziale e per la frizione. Entrambe le varianti sono altamente integrate e flessibili in termini di prestazioni, architettura E/E, 400V o 800V e tipo di semiconduttore.

L’eRE collega un motore elettrico con un inverter integrato, un software adatto e un riduttore planetario. Come anticipato, l’eRE+ dispone anche di una frizione intelligente e di un differenziale. Di conseguenza, può essere utilizzato sia come generatore di corrente sia come azionamento secondario. Le prestazioni possono essere scalate per entrambi i modelli. La potenza varia da 70 a 110 chilowatt (eRE) o da 70 a 150 chilowatt (eRE+). «Il nuovo interesse e l’aumento della domanda di range extender dimostrano che il potenziale di questa tecnologia è lungi dall’essere esaurito, in particolare per le piattaforme di modelli già progettati per le trasmissioni a batteria», ha precisato Scharrer.

ZF extender

Cina, Stati Uniti ed Europa

Rispetto alle soluzioni di trazione ibrida parallela, ad esempio il Phev, gli estensori di autonomia rivendicano costi aggiuntivi inferiori, cicli di sviluppo più brevi, un ridotto sforzo di integrazione della piattaforma e una gestione semplificata della catena di fornitura. La Cina sta attualmente intraprendendo un’offensiva di modelli con i cosiddetti “Range extended electric vehicles” (Reev) che, grazie a questa tecnologia, possono coprire distanze superiori ai 700 chilometri. «È qui che troviamo conveniente che ci sia un’ampia gamma di piattaforme Bev che possono essere integrate da range extender», spiega Scharrer. L’interesse dei produttori sta crescendo anche negli Stati Uniti e in Europa. «Il mercato dei veicoli elettrici non si è sviluppato come previsto qualche anno fa», riconosce Scharrer. «Per questa fase intermedia, gli estensori di autonomia possono essere la soluzione ideale».

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