Scania ha impresso un’accelerazione elettrica sull’autostrada della transizione energetica. Quale migliore palcoscenico di Ecomondo, calcato dagli svedesi con convinzione fin dagli esordi riminesi. Ed è all’edizione appena passata agli archivi che il grifone ha presentato la soluzione modulare, sulla quale avremo modo di soffermarci lungamente nel corso del 2022.

La faccia elettrica del pianeta Scania

Scania Power Solutions è il nome della divisione propulsiva che propone sia una soluzione puramente elettrica, particolarmente idonea alle operazioni nel perimetro urbano, nel mining sotterraneo e per i telescopici. In forma ibrida, invece, si candida alle macchine operatrici, come i cava-cantiere, alle macchine antincendio e alle gru. Nella generazione si ragiona soprattutto di sistemi di accumulo a batterie, sia nuove che rigenerate. Nel marino ci si rivolge soprattutto agli scafi che lavorano a bassi carichi per lungo tempo. 650 Volt, da 230 a 280 chilowatt, 485 millimetri con campana Sae1, 370 senza campana. La reversibilità è alla base di un progetto che fornisce le medesime flangiature del diesel Vi riportiamo quanto è emerso da un incontro di buon’ora, davanti a un caffè, con Paolo Carri, Gianromeo Brugnetti e Riccardo Moraglia

Noi abbiamo la grande fortuna che ci ha portato dove siamo, cioè di trovarci al seguito dello sviluppo del powertrain dei nostri veicoli. Possiamo beneficiare di un percorso verso l’elettrificazione che nel camion e nell’autobus è cominciato da molto tempo. Il tema della ibridizzazione risale al 2015, per quanto riguarda l’immissione sul mercato, immaginate quindi a quanto tempo prima risale lo sviluppo! Nell’ottica dell’aderenza ai principi del sistema modulare Scania. La soluzione è di accoppiamento molto naturale con il motore termico. Ci ha permesso di scoprire che questa soluzione si presta con tutti i pregi della modularità anche per le applicazioni industriali e marine dove si è potuto andare oltre e combinare più motori elettrici a un unico motore termico oppure mettere in pista quelle modalità di funzionamento alternative che sul truck non sono proponibili. Abbiamo voluto presentare quella che per noi rappresenta una grande opportunità. Nel corso del 2022 intensificheremo i contatti con i costruttori interessati a questo tipo di discorso, che sono già in corso, per iniziare i progetti.

Credete fortemente in questo progetto, vero?

Non c’è più alcun dubbio sul fatto che Scania creda all’industriale. Abbiamo una divisione dedicata che condivide l’R&D con i truck. In questo momento siamo al kick-off, il prodotto è stato utilizzato e deve essere ottimizzato per le applicazioni. Stiamo organizzando dei field test, e posso dire che non c’è una grande azienda industriale, quindi non limitandoci alla generazione, che non stia guardando a una soluzione elettrificata. Il mondo è così ampio che è solo nella fantasia dell’ufficio tecnico dell’azienda trovare l’applicazione giusta, sia che la macchina lavori in ambiente chiuso che in centro città. Parlando di generazione l’utilizzo più interessante sono gli energy storage systems. Per quanto riguarda marino e industriale c’è da fare una precisazione: la macchina elettrica prende spunto dal prodotto camionistico ed è ottimizzata per il mercato industriale, anche le casse semplificano gli accoppiamenti. Ci sono tantissime applicazioni che si sposano molto bene, come gli Arff, le macchine aeroportuali, i dumper, e tutte quelle che richiedono grandi forze frenanti. 

Quando parlate di prodotto, vi riferite al full electric?

È modulare, può quindi essere installato come ibrido, seriale, e funzionare anche stand alone. C’è da considerare la questione del downsizing e la possibilità di affiancare fino a fino a 12 pacchi batteria (da 32 kWh). Effettivamente si coprono range di potenza fino a 1.000 chilowatt con una macchina estremamente semplice, rispetto ai motori a 12 e 16 cilindri. È un mondo da esplorare. L’orizzonte temporale è di un paio d’anni, la produzione seriale partirà nella seconda metà del 2023, in Svezia. È in atto una collaborazione con Northvolt per le celle delle batterie della prossima generazione. Essendo la cella delle batterie molto energivora, così riduciamo l’impatto ambientale in termini di CO2. Nello stabilimento in costruzione a Södertälje assembleremo i moduli e i pacchi. Del resto, nessun motorista produce i pistoni… Teniamo fede al principio di integrazione, che ci ha aiutato nelle consegne. Producendo in situ la maggior parte dei componenti e curando direttamente gli assemblaggi, abbiamo minimizzato i rischi di stop della produzione. 

In primo piano

Articoli correlati

Confronto 5 litri: les jeux sont faits

La famiglia Core di Agco Power si allarga. La canna da 1,25 litri si fraziona a 4 cilindri e getta il guanto di sfida in questo micro-segmento, che ha conosciuto una luminosa primavera negli ultimi anni. Ai veterani mtu e Volvo Penta, si affiancano i finlandesi, Deutz, Kubota e Isuzu. Leggi l’artico...