L’Unione Europea sembra stia valutando un nuovo obiettivo climatico per il 2040: ridurre del 90% le emissioni nette di gas serra rispetto ai livelli del 1990. Decisione, questa, che riflette un cambiamento già in atto nel tessuto economico europeo, dove le imprese stanno rivedendo i propri piani di decarbonizzazione alla luce dell’aumento dei costi energetici e delle difficoltà legate all’approvvigionamento. Un’indagine di Aggreko, contenuta nel rapporto Rebalancing the Energy Transition e condotta su 400 Ceo tra Regno Unito, Germania, Francia e Italia, evidenzia come il 95% delle grandi aziende abbia già modificato le proprie strategie in direzione dell’azzeramento delle emissioni nette.

Indagine Aggreko, le parole di Robert Wells e gli scenari futuri

Secondo Robert Wells, Presidente di Aggreko Europa, “il cambiamento di rotta dell’UE verso obiettivi climatici più flessibili mostra la necessità di percorsi pratici verso l’azzeramento delle emissioni nette che stiamo osservando in tutti i settori industriali“.

Solo il 12% dei Ceo intervistati ha indicato la rapidità della decarbonizzazione come priorità assoluta, ma l’80% prevede comunque di aumentare gli investimenti nella transizione energetica nel prossimo anno. Le imprese, quindi, non stanno rinunciando alla sostenibilità, ma cercano un approccio più pragmatico per garantire competitività e resilienza operativa.

Aggreko sottolinea l’importanza di soluzioni scalabili e decentralizzate per ridurre le emissioni e migliorare la sicurezza energetica, promuovendo una maggiore collaborazione lungo la catena di approvvigionamento. “In un mercato energetico volatile, le soluzioni energetiche decentralizzate e flessibili sono passate da opzionali a essenziali”, ha dichiarato Wells.

Il quadro strategico Energising Change proposto da Aggreko punta a supportare settori chiave come industria, edilizia, data center e utilities nel trovare un equilibrio tra sostenibilità ambientale e sostenibilità economica. “Con le giuste strategie, è possibile rimanere competitivi senza rinunciare agli obiettivi climatici”, conclude Wells.

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