Volvo Studio. L’ambasciata della sostenibilità svedese

Volvo Studio si trova a Milano e nella semantica di Volvo Car è simbolo di pensiero avanzato. Non vogliamo avventurarci in un terreno che non è sulle corde di dieselweb.eu, ma il Volvo Studio si è prestato a quinta dell’abituale aperitivo natalizio di Volvo Penta, che ha registrato gli interventi di Malin Schwarz, Senior Vice President Brand, e Nicola Pomi, Vice President Marine (al centro, nella foto qui sotto). Le cose da dire (e da scrivere) non sono dunque mancate. Posizionato nel volano della nuova Milano, a ridosso di Piazza Gae Aulenti e della Torre Unicredit, all’ombra della mole del Bosco Verticale, un baluardo ‘anti-sprawl’ del perimetro urbano, premiato nel 2015 come ‘grattacielo più bello e innovativo del mondo’ dal Council on Tall Buildings and Urban Habitat e segnalato anche dall’International Highrise Award, potremmo definirlo un ‘concept’ estetico. In questa sede le auto esposte non sono in vendita ma ‘organismi’ inseriti nella riproduzione di un ecosistema scandinavo: le sezioni lignee alle pareti ricordano le foreste d betulle; il pavimento richiama la tessitura delle scogliere di granito; il soffitto è ‘cangiante’ ed in grado di riprodurre le aurore boreali. L’interazione tra i diversi livelli del marchio Volvo si è svolto all’insegna della colonna sonora della sostenibilità.

SOSTENIBILITÀ IN CAMION

Sostenibilità. Il refrain di Götebörg

SOSTENIBILITÀ IN AUTOBUS

Il Gruppo Volvo, transitando dalla Ford alla Geely non ha smarrito la sua impronta, che si potrebbe sintetizzare nello slogan: ‘Volvo Cars? Volvo Care’. Il 2019 è imminente e con sé porterà una ventata di ecosostenibilità. Se nell’industriale corrisponde con l’entrata in vigore dello Stage V, Volvo ha fissato per quella data l’aut aut dell’elettrificazione. A partire dal 2019 saranno quindi prodotte solamente automobili elettrificate, il che significa tanto ibride quanto elettriche. La plastica monouso sarà bandita dagli uffici Volvo nella prospettiva del 2025, quando almeno un quarto della plastica a bordo di ogni Volvo deriverà da materiale di riciclo.

La parole d’ordine sono: connettività, elettrificazione, guida autonoma.

Cosa ne sarà di questa triade nella interpretazione di Volvo Penta per le applicazioni nautiche e industriali?

Volvo Studio. Sale sul palco Penta

Parola a Schwarz e Pomi. L’Imo Tier 3 per la nautica da lavoro è pane quotidiano di Volvo Penta, con oltre 20mila ore di funzionamento alle spalle. Cosa ne sarà dell’ibrido? Dal 2021 sarà a listino per il settore commerciale, dal 2022 per il diporto. Il cuore pulsante di questo sistema è l’Ips, che ha tagliato il traguardo delle 20mila unità in esercizio.

È PROPRIO LUI, L’IPS IBRIDO. BASTA ‘SFOGLIARE’ QUESTE PAGINE

La parola ibrido, declinata nel linguaggio di Volvo Penta, si associa ad altri due concetti: ‘extended electric drive auto docking zero emissions e ‘autocharging‘.

L’auto-ormeggio replica l’approccio alla guida autonoma delle quattro ruote. Una serie di sensori posizionati sulla banchina riconoscono i segnali della barca e autorizzano l’attracco. A proposito di questo:

QUELLO CHE C’È DA SAPERE SULL’ATTRACCO AUTOMATICO

La connettività, tra le altre funzioni, consente una diagnostica immediata e accelera i tempi di manutenzione. Un plus che sarà disponibile nell’agricolo e nelle applicazioni off-road e stazionarie di Volvo Penta.

In chiusura, la vernice è stata l’occasione per presentare Andrea Piccione, formazione ingegneristica, da anni in Volvo Penta, tra Milano e Götebörg, tornato al campo base nelle vesti di sales manager della divisione marina. La casella lasciata vacante da Nicola Pomi, volato alla casa madre nelle vesti di Vice President, è stata riempita.

 

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