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Il micro-cogeneratore ECO20x, prodotto e commercializzato dalla Cmd di Caserta, è stato al centro dell’attenzione, quasi in sincrono, al Key Energy di Rimini e al China International Import Expo di Shanghai. Il pirogassificatore eroga fino a 20 chilowatt elettrici e 40 chilowatt termici generati dal prodotto della gassificazione di materiali residuali di origine legnosa, un processo che converte la biomassa solida in un gas di sintesi (syngas), composto essenzialmente da monossido di carbonio, idrogeno e metano.

micro-cogeneratore ECO20x
Un’immagine dell’impianto pronto per la consegna

Integrazione dei componenti nel micro-cogeneratore ECO20x

Tutti i componenti dell’impianto sono integrati all’interno di un’unità containerizzata, ovvero tramoggia di stoccaggio con sistema di caricamento biomassa, reattore, sistema di pulizia syngas, sistemi di rimozione ceneri e condense, motore alternativo a combustione interna, alternatore e sistema di recupero termico dotato di scambiatori di calore. Il tutto gestito in maniera automatizzata da un opportuno Plc. Il recupero dell’energia termica avviene sia attraverso uno scambiatore a piastre, sfruttando il calore proveniente dall’acqua di raffreddamento del motore, che dai gas di scarico attraverso uno scambiatore di calore a fascio tubiero.

Abbiamo chiesto all’ingegner Maurizio La Villetta, R&D Manager della Cmd, di entrare maggiormente nel dettaglio. Qui la prima parte dell’intervista.

CMD BLUE HYBRID

Ingegner La Villetta, cosa ci dice del motore?

Si tratta di un motore aspirato a 6 cilindri con architettura a V, caratterizzato da una cilindrata pari a 4.3 litri. Avvalendoci delle nostre competenze motoristiche, tale motore è stato opportunamente riconfigurato, in alcuni aspetti peculiari (come distribuzione, rapporto di compressione, sistema di gestione delle accensioni, sistema di carburazione…) per il funzionamento a syngas.

micro-cogeneratore ECO20x
Il 6 cilindri a V da 4,3 litri, cuore del micro-cogeneratore ECO20x di Cmd

 

Il syngas, rispetto ai combustibili fossili convenzionali, come ad esempio il metano, presenta la tendenza a produrre depositi, quali polveri e condense catramose (tars), che potrebbero inficiare, nel tempo, il funzionamento del motore. In questo senso, oltre a essere intervenuti sugli aspetti più prettamente motoristici, abbiamo realizzato e customizzato un innovativo lubrificante motore, appositamente tarato per l’utilizzo con syngas. Talvolta gli stessi operatori ignorano il fatto che, l’impiego di un lubrificante non adeguato, potrebbe mal accoppiarsi con gli effetti del particolato e del tar presenti nel syngas, provocando danneggiamenti, anche importanti, al motore. Abbiamo quindi sviluppato una mescola che ci permette di allungare l’operatività continuativa del motore, contribuendo anche alla pulizia delle superfici coinvolte.

PARLIAMO DI NAUTICA: IL METS 2019

Pubblicheremo la seconda parte dell’intervista nelle prossime settimane su DIESEL Web.

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